La memoria del manicomio entra all’Università attraverso i dipinti dei ricoverati
Riprodotte alcune opere realizzate nel laboratorio di pittura che il vicedirettore dell’Ospedale Furio Martini istituì negli anni Cinquanta sotto la direzione del pittore Franco Villoresi.
Cambia volto l’aula magna del campus universitario del Pionta, che da oggi ospita dei grandi pannelli che riproducono particolari di alcuni dipinti realizzati, tra gli anni Cinquanta e Settanta, dai pazienti dell’ex manicomio.
Le opere riprodotte sono di Livio Poggesi, di San Giovanni Valdarno, ricoverato alla fine degli anni ’50 e periodicamente nei decenni successivi. Proprio a metà degli anni ’70 venne organizzata una mostra dei suoi lavori presso una libreria a Campo di Marte. Altre opere sono di Lorenzo Fortuna, nato a Pola, ricoverato per circa dieci anni nell’Ospedale psichiatrico di Arezzo. Di Fortuna è stato proposto in particolare un lavoro del 1966: quattro tele raffiguranti lo stesso vaso di fiori, dipinto in quattro momenti psichici diversi. Un’altra gigantografia esposta riproduce un lavoro di R.F. di cui si hanno poche notizie, fu ricoverato solo per pochi anni alla fine degli anni ’50.
Nel corso della ricerca di opere pittoriche realizzate da degenti dell’Ospedale psichiatrico sono emersi anche altri nomi, tra i più noti in città quello di Alberto Cangi, a lungo ricoverato, autore del celebre, almeno per gli aretini, affresco della tavola calda realizzato negli anni Settanta nell’ex colonia agricola del manicomio.