Un progetto di alto livello, nato con l’idea di coinvolgere diversi attori internazionali operanti nel settore dell’agricoltura: è Fields, il programma a lungo termine per il quale l’Italia si è aggiudicata il coordinamento europeo. L’iniziativa ha l’obiettivo di stilare l’agenda e la strategia formativa degli agricoltori europei in materia di digitale, bioeconomia e sostenibilità. Si tratta di un programma ambizioso, coordinato da Confagricoltura e dall’Università di Torino: basta pensare che Fields può vantare 30 partner provenienti da 12 diversi Paesi europei.
Fields si inserisce nel quadro della piattaforma europea Food 2030, un programma varato a partire dall’Expo di Milano 2015 con lo scopo di ottenere approfondimenti sulle tendenze a livello alimentare, in modo da poter individuare e promuovere migliori pratiche e lavorare su future scoperte di sistema, con modalità di ricerca all’insegna dell’innovazione. Nel dettaglio, i punti salienti individuati all’interno di Food 2030 sono:
- Rafforzare le coerenza e l’allineamento delle politiche di ricerca e innovazione, in modo da poter rispondere a una varietà di bisogni;
- Sviluppare competenze in ricercatori, imprenditori e attori sociali;
- Sensibilizzare il quadro politico specifico sulle numerose sfide legate all’alimentazione in generale.
In questo senso, l’attività del progetto Fields è del tutto coerente con gli obiettivi appena indicati: aumentare le competenze nel comparto agricolo a livello tecnico e industriale, diffondere pratiche locali in una logica di interscambio culturale, favorire la crescita di uno sviluppo sostenibile, compatibilmente con una sensibilità ecologica all’avanguardia. Daniele Rossi, delegato di Confagricoltura e presidente della Ricerca ed Innovazione del Copa Cogeca a Bruxelles, ha spiegato come Fields sia una sorta di «Erasmus plus», un programma dal valore complessivo di 4 milioni di euro dedicato alla formazione avanzata degli imprenditori agricoli europei in materia di sostenibilità, bioeconomia circolare e digitalizzazione. L’arco temporale di Fields interesserà sarà medio-lungo; intanto, la prima assemblea plenaria del progetto si è svolta a Torino presso la l’aula magna Cavallerizza reale dell’Università. «Per affrontare le sfide del futuro e restare competitivi – ha spiegato il professor Remigio Berruto del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (Disafa) dell’Università di Torino, l’ateneo scelto per coordinare l’iniziativa – si deve innovare con maggiore coraggio nelle competenze imprenditoriali, nei contenuti e nei metodi formativi in tutta Europa». Da questo punto di vista, l’impegno coordinato da Fields deve andare nella direzione di una progettazione formativa ad alto tasso innovativo a livello europeo: il progetto si occuperà della definizione delle nuove competenze richieste all’imprenditoria agroalimentare europea, in modo da poter aumentare il tasso di competitività ed affrontare le sfide del futuro globale. Processi che procedono secondo una logica inevitabilmente internazionale – dal climate change alla circolarità, dalla nutrizione personale alla gestione delle risorse naturali – e che per questa ragione richiedono risposte che coinvolgano più istituzioni possibili, da realtà culturali differenti.
Grazie al lavoro svolto all’interno di Fields verrà elaborato un database che raccolga le principali 90 Agenzie educative europee, un profilo curriculare capace di tracciare le 10 nuove occupazioni prioritarie in Europa, più 4 moduli formativi completi in 7 differenti lingue. Ancora, verranno quindi preparati 102 docenti formatori, coinvolte circa 140 organizzazioni professionali; infine, la piattaforma formativa sarà indirizzata a una platea potenziale di 20mila utenti. Insomma, un programma decisamente ambizioso, per il quale il ruolo di capofila assegnato all’Italia è fonte di orgoglio, considerando anche la storica vocazione agricola del Paese, dal Nord al Sud. «Quello che viene posto in essere con il progetto Fields – ha spiegato in una nota Confagricoltura – è un grande impegno europeo che punta sulla condivisione di una strategia e di un’agenda europea per i prossimi sette anni di programmazione 2021–2027». Un lasso di tempo cruciale per immaginare e pianificare il futuro del nostro continente, anche nel comparto agricolo, e durante il quale progetti come Fields potranno rivestire un ruolo di primo livello, contribuendo a diffondere conoscenze e coordinare piani di sviluppo secondo i canoni dell’innovazione e della ricerca.