Scadenza: 2 giugno 2020
Secondo l’ultimo rapporto ISTAT in Italia sono 3 milioni e 100mila le persone con disabilità, vale a dire il 5,2% della popolazione: a causa di problemi di salute, questi nostri concittadini hanno gravi limitazioni che gli impediscono di svolgere normali attività quotidiane.
Un’opportunità di intervento in questo tema arriva da un’iniziativa promossa dalla Commissione europea, attraverso il bando “Progetti per la promozione e la protezione dei diritti delle persone con disabilità”, pubblicato nell’ambito del “Programma diritti, uguaglianza e cittadinanza”.
Si tratta di un invito che dispone di una dotazione finanziaria pari a 1.320.000 euro, con i contributi erogati che possono andare a coprire fino all’80% dei costi ammissibili. Dal punto di vista effettivo, il programma vuol contribuire a rendere i diritti e le libertà delle persone effettive nella pratica, attraverso il sostegno di un’informazione adeguata e applicandoli in modo più coerente all’interno di tutta l’Unione europea. In particolare, i progetti che verranno valutati come ammissibili dovranno:
- promuovere la raccolta, lo scambio e la diffusione di buone pratiche innovative per la promozione e la protezione dei diritti delle persone con disabilità e per la loro inclusione attiva e piena partecipazione nella società, tenendo conto delle tendenze socioeconomiche quali l’invecchiamento della popolazione e la digitalizzazione;
- colmare le lacune esistenti nei dati relativi alla situazione delle persone con disabilità in ambiti specifici quali, ad esempio, la de-istituzionalizzazione e la vita indipendente, la protezione sociale, l’istruzione, i mercati dell’accessibilità o la fornitura di servizi di tecnologia assistita.
La scadenza del bando è stata fissata al 2 giugno 2020. Questo progetto europeo muove da un’ottica di attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e di sostegno alle attività della Commissione, tanto in corso quanto future. Tra quelle già presenti, ad esempio, vanno ricordate la Strategia europea sulla disabilità e il Pilastro europeo dei Diritti sociali. In un’ottica di diritti, alcuni tra gli elementi fondamentali riguardano senz’altro l’informazione, la cultura e l’apprendimento: secondo i dati Istat, tra le persone con disabilità, il 17,1% delle donne è senza titolo di studio (contro il 9,8% degli uomini), mentre nel resto della popolazione le quote sono rispettivamente pari al 2% e all’1,2%. E la centralità di questi temi emerge con chiarezza delle attività che potranno essere finanziate dal programma, ovvero:
- studi, ricerche, analisi, sondaggi, valutazioni, raccolta di dati e statistiche;
- sviluppo di metodologie comuni e, se del caso, indicatori o parametri di riferimento;
- redazione e pubblicazione di guide, report e materiale didattico;
- attività di apprendimento reciproco, peer review, workshop, conferenze e incontri di esperti;
- attività di formazione, eventi di formazione dei formatori, sviluppo di strumenti di formazione online o altri moduli di formazione;
- attività di sensibilizzazione e divulgazione, quali individuazione e scambio di buone pratiche, approcci ed esperienze innovativi, campagne mediatiche, raccolta e pubblicazione di materiali per la diffusione di informazioni sul programma e i suoi risultati, sviluppo, funzionamento e manutenzione di sistemi e strumenti che utilizzano le tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Un dato ulteriore che sottolinea la rilevanza di interventi di questo genere è relativo all’occupazione: in Italia, all’interno della popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni, risulta occupato solo il 31,3% di coloro che soffrono di gravi limitazioni, contro il 57,8% delle persone senza limitazioni. Una tendenza alla riduzione di questo solco è in atto da diversi anni, grazie alla maggiore inclusione scolastica e alle attività di sostegno: iniziative come il programma della Commissione possono contribuire ad abbattere questa barriera.