Cliclavoro approfondisce una professione in grande crescita, Social Media Manager
L’esplosione di Internet è stata scandita dalla nascita di alcune aziende che hanno cambiato per sempre il modo di intendere la Rete, così come avevamo imparato a conoscerla. Tra il 2004, l’anno che ha segnato il battesimo di Facebook, e il 2010, quando ha visto la luce Instagram, i social network hanno cambiato radicalmente il sistema delle comunicazioni, dando vita a un nuovo paradigma. Sempre in quegli anni, per dire, sono stati lanciati YouTube, LinkedIn e Twitter; altri esperimenti sono falliti (è il caso di Google +), mentre siti che sembravano avviati a un futuro luminoso come MySpace non hanno saputo resistere alle sfide di un mercato competitivo e in continuo mutamento. Ed è dall’interno del nuovo paradigma dettato dai social network che è nata una delle posizioni cruciali per la comunicazione contemporanea: quella del Social Media Manager.
Secondo la definizione più classica, il social media manager è – semplicemente – quella figura che cura la presenza di un progetto sui social network. Il fatto è che dietro questa semplice frase si nasconde un numero davvero consistente di rivoli e sottoinsiemi da tenere sotto controllo. Innanzitutto, i canali possono essere quelli di un’azienda, di un libero professionista o di una realtà non profit: il lavoro da svolgere dunque, non è legato necessariamente al generare profitti, ma al raggiungimento degli obiettivi che cambiano in base alla realtà in cui si opera. Per fare un rapido esempio, un Social Media Manager può operare per un leader politico nella gestione dei canali online e nel posizionamento; per un’organizzazione non profit o ancora per istituzioni come i musei, tanto che alcuni degli account social più interessanti da seguire sono quelli di strutture come le Gallerie degli Uffizi di Firenze o dell’immenso Parco Archeologico di Pompei. Naturalmente questo lavoro non si esaurisce con l’apertura di un profilo su questo o quel social. Anzi, una delle difficoltà del mestiere è che i social da seguire sono molti, ciascuno con un linguaggio diverso; comunicare su Twitter, conoscere i meccanismi di Facebook o gli algoritmi di Instagram richiede competenze differenti. Tant’è che nelle aziende più grandi o maggiormente interessate a “presidiare” il territorio della comunicazione può accadere che il Social Media Manager sia a capo di una struttura ad hoc, ovvero che non lavori singolarmente. Ma vediamo, nel dettaglio, quali sono i compiti specifici di questa figura professionale:
- creazione di pagine aziendali;
- decisione riguardo quali canali social attivare e quali no;
- capacità di declinare i contenuti a seconda della piattaforma;
- migliorare la brand awarness (aumentare la notorietà dell’azienda)
- riuscire a creare e successivamente gestire una community di fan;
- moderare i commenti;
- generare lead (il fenomeno che si verifica quando gli utenti decidono di lasciare i propri dati in cambio di informazioni o contenuti) e fidelizzare il pubblico potenziale;
- saper leggere correttamente i dati in modo da poter ricavare indicazioni per correggere la “rotta” o comunque ottimizzare la strategia.
Per realizzare tutto questo, un Social Media Manager deve ricorrere agli strumenti di cui dispone, oltre a essere costantemente aggiornato e saper “leggere” i cambiamenti sociali e le richieste degli utenti. Per questo occorre l’analisi dei dati provenienti dal web per individuare i trend e gli hashtag più mirati, identificare il target delle attività di marketing e comunicazione. Alla base di tutto, tuttavia, dev’esserci un vero e proprio piano editoriale per la creazione di contenuti studiati ad hoc in base al pubblico di riferimento: testi, immagini, GIF, video, sondaggi, contest interattivi, campagne “virali” per stimolare l’interesse e la partecipazione degli utenti e aumentare il numero dei followers e delle condivisioni.
Il quadro delineato tratteggia una figura per cui sono necessarie competenze specifiche, che sappia padroneggiare strumenti diversi e abbia forti capacità di lettura del presente: per diventare un buon Social Media Manager dunque occorrono studi adeguati e aggiornamenti costanti, considerando la rapidità dei mutamenti nel campo della comunicazione e dei social (basta pensare all’esplosione, in tempi più recenti, di app come Snapchat o TikTok). Una laurea in Marketing e Comunicazione può essere una base di partenza, ma esistono vari corsi per focalizzarsi sulla professione, programmi specifici che forniscono competenze per la definizione di una social media strategy di successo e per la creazione e gestione di contenuti. Alla formazione teorica bisogna accompagnare l’esperienza sul campo, da guadagnare per mezzo di stage in azienda o in una web agency: metodo irrinunciabile per prendere confidenza con la gestione operativa degli account. Alla fine del processo formativo, un buon Social Media Manager deve possedere:
- Una buona conoscenza dei principali social network
- Competenze in content creation, tecniche di copywriting e di scrittura creativa
- Competenze di grafica e nella realizzazione di foto e video
- Capacità analitiche e di interpretazione dei dati
- Conoscenza dei principali strumenti per la gestione e analisi dei social media
- Ottime doti comunicative
- Elevate capacità organizzative e di multitasking
- Attitudine positiva e problem solving
Di certo si tratta di una professione nel pieno del suo sviluppo; come abbiamo visto, molto richiesta da organizzazioni di vario genere. Per questo si tratta di un lavoro ambito, per il quale la formazione adeguata è una chiave indispensabile per il successo.