Dichiarazione dell’Assessore Lucia Tanti
“Ha preso avvio questa mattina 9 giugno 2020, approvato dalla giunta, il progetto “Patto d’onore Arezzo per Arezzo” che era stato delineato il 7 maggio scorso quando, insieme al sindaco Alessandro Ghinelli e all’assessore Tiziana Nisini, avevamo convocato la seconda cabina di regia dedicata al Piano straordinario per la coesione sociale.
In quella occasione era stato messo nero su bianco il bisogno di un cambiamento forte di metodo e approccio, fondati sulla necessità di interventi diretti per chi faceva fatica a ripartire dopo il lockdown. Persone che mai avrebbero pensato di trovarsi nel disagio sociale: partite Iva, piccoli artigiani, lavoratori atipici. Insomma: persone sconosciute ai servizi sociali che chiedono una spinta per ripartire e che hanno diritto ad un atto di fiducia e non a percorsi burocratici.
Non ci sarà quindi né un bando, né un avviso pubblico, né tantomeno la erogazione di una “tessera del pane”, ma soldi veri e liquidi – da un minino di 300 euro ad un massimo di 1500 – che si potranno richiedere attraverso un colloquio con i servizi sociali che, insieme a Misericordia, Croce Rossa, Croce Bianca, Caritas e Arezzo Casa, stabiliranno l’intervento diretto.
Il fondo è sperimentale, pensato fino alla fine dell’anno, è di 150mila euro (cioè 25mila euro mensili) per avviare la fase 2.
Il “Patto d’onore” darà avvio anche al “5permille per Arezzo”, una modalità di collaborazione tra il Comune, il terzo settore ed i privati per dare una spinta alla ripartenza: questo 5permille non impedirà ai privati di poter continuare a dare il proprio 5permille a chi vorranno, ma è una nuova opportunità per mettere a sistema la generosità degli aretini in una logica di collaborazione tra pubblico e privato.
Ciò che è evidente è che con questa operazione abbiamo disegnato un volto nuovo alle politiche di coesione sociale capaci di condividere con il terzo settore le scelte di fondo, capaci di definire insieme la nuova banca dati delle persone che si trovano nel disagio economico e soprattutto evitando di burocratizzare i percorsi tramite scelte, come quelle dei buoni spesa, che hanno costretto i cittadini a ricevere la “tessera del pane” e da qualche parte anche i pacchi alimentari più o meno come in tempo di guerra.
Io mi fido degli aretini e a loro diamo, direttamente nel conto corrente, risorse per rimettersi in cammino e tornare a lavorare. La sfida è dare liquidità che si trasforma in opportunità per ripartire”.