Mercoledì 13 dicembre, con inizio alle ore 21:00, al Teatro Dovizi di Bibbiena andrà in scena il primo studio dello spettacolo “Matteotti (anatomia di un fascismo)” di Stefano Massini con Ottavia Piccolo e I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo: Enrico Fink (flauto oltreché autore delle musiche), Massimiliano Dragoni (salterio e percussioni), Luca Roccia Baldini (basso), Massimo Ferri (chitarre, mandolino), Gianni Micheli (clarinetto basso) e Mariel Tahiraj (violino).
L’evento speciale darà avvio alla nuova produzione firmata da Officine della Cultura, Argot Produzioni e Infinito Produzioni, con il contributo di Ministero della Cultura e Regione Toscana. Una produzione attesa che porterà in scena, affidata alla voce autorevole di Ottavia Piccolo, il testo di Stefano Massini nell’avvicinarsi dei cento anni dall’assassinio dell’onorevole Giacomo Matteotti.
Le quattro e quindici del pomeriggio del 10 giugno 1924. Due testimoni dichiarano di aver assistito a una colluttazione all’interno di una vettura e di aver visto espellere quello che sarà riconosciuto come il tesserino dell’onorevole Giacomo Matteotti, parlamentare della Repubblica. “Matteotti (anatomia di un fascismo)” parte dalla testimonianza di chi c’era, di chi ha visto e non si è tirato indietro, per ricostruire quanto Matteotti stesso chiamava il pericolo più grande: “il pericolo più grande è quello che non capisci, la malattia che fa morire un uomo è quella che non fa rumore, non ha sintomi, non la senti crescere. Anzi, addirittura ne sorridi”. Come sorrideva “Tempesta”, così come era chiamato il giovane Giacomo a Ferrara, quando parlava dei “celibanisti”, quelli che al caffè dietro il Duomo chiedono il celibano perché non lo sanno che il cherry-brand è inglese. Quelli che, d’un tratto, sfilano in migliaia accanto al Contessino, Italo Balbo. Quelli che parlano di riportare ordine nel disordine perché il fascismo nasce sempre in difesa di qualcuno da qualcosa. Quelli che Tempesta non esita a denunciare: “io pubblicamente denuncio la manovra politica con cui si è spacciata l’eversione più radicale camuffandola nel suo esatto opposto, ovverosia nella garanzia dell’ordine. Io denuncio il sistematico uso della forza, la riduzione al silenzio delle voci dissenzienti, io denuncio all’Italia e al mondo intero che un mostro chiamato fascismo ogni giorno diventa più potente proprio grazie al silenzioso assenso di chi per pigrizia lo svaluta, lo legittima e non lo combatte!”
10 giugno 1924. A cento anni di distanza è il teatro, è la musica, sono le parole di Stefano Massini, la voce di Ottavia Piccolo, i suoni de I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo a prendersi l’impegno di parlare. “Ci sono momenti in cui gli esseri umani trovano in sé una forza inattesa. Non è una forza che nasce dal corpo, ma dalla dignità, da un senso profondo di sé che nessuno in fondo veramente controlla”. E un anniversario importante come i cento anni da una storia che vale la pena raccontare ancora, può e forse deve essere uno di quei momenti dove la risposta alle domande non riguarda più la Storia ma il buon senso e la dignità.
Ingresso posto unico € 11. Info e prenotazioni: NATA Teatro tel. 3791425201 (anche via SMS) – Officine della Cultura tel. 3388431111. Ulteriori informazioni: www.officinedellacultura.org.