“Scusate il ritardo… la recensione la scrivo io!”. Primo appuntamento con il progetto promosso da Officine della Cultura, Chora srl, Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Arezzo, in collaborazione con Informagiovani Arezzo e il portale Arezzoora.it, legato alla rassegna del mercoledì sera “Scusate il ritardo” presso il Cinema Eden di Arezzo.
A seguito della proiezione del film SILS MARIA di mercoledì 18 febbraio pubblichiamo la recensione inviata da ROBERTO DONATI. L’autore si aggiudica un ingresso omaggio per uno dei prossimi film della rassegna. Complimenti!
Prosegue l’invito per i giovani al di sotto dei 35 anni, a seguito della visione dei film della rassegna, a scrivere la propria recensione inviandola entro le ore 18 del venerdì successivo all’indirizzo ufficiostampa@officinedellacultura.org – a cui poter scrivere anche per eventuali chiarimenti a dubbi e domande.
Ulteriori informazioni presso Officine della Cultura (via Trasimeno, 16 – Tel. 0575/27961) o direttamente al Cinema Eden.
SILS MARIA (Clouds of Sils Maria) FR/SVIZ/GERM 2014 di Olivier Assayas con Juliette Binoche, Kristen Stewart, Chloë Grace Moretz, Lars Eidinger, Johnny Flynn, Brady Corbet.
Sils Maria è un’amena località conficcata fra le montagne e i laghi svizzeri. Vi giunge, nel mezzo del cammin di sua vita e ovviamente in crisi, un’attrice francese di successo che, all’inizio della sua carriera, aveva interpretato la parte di una giovane manipolatrice nella pièce di cui si sta preparando il sequel e che prevede, come unico altro ruolo femminile importante, quello della cinquantenne manipolata dall’altra e che adesso dovrebbe toccare proprio a lei.
Più o meno nell’anno di Birdman, Assayas offre la sua personale riflessione sull’intreccio – filosofico ed esistenziale, teorico ed empirico – fra realtà e finzione, palcoscenico della vita (e in questo caso anche della natura) e del teatro, commercio e arte. Sicuramente si mostra (e si dimostra) più elegante e meno compiaciuto del collega messicano, ma dietro la semplice eleganza della messinscena c’è forse troppa carne al fuoco e un dubbio, su tutto, resta: cosa interessa raccontare veramente al regista? Le nuvole e i corsi d’acqua alpini, placidi e sommessi, o di contro le increspature inquiete dell’anima? E perché, in ogni caso, a un certo punto rivoli di storia e personaggio scompaiono nel nulla senza un reale perché, trasformando l’indubbia suggestione e il fascinoso mistero di un film anomalo in un bric-à-brac tutto sommato più sgonfio e banale di quello che vorrebbe essere? A tratti magnetico, ma mai veramente coinvolgente; molto probabilmente, un’occasione mancata, come del resto molto dell’Assayas recente. DRAMMATICO 124’ **