Serie tv e notizie di cronaca presentano nuove figure professionali che diventano possibili sbocchi occupazionali. In sé e per sé questo non è un male, perché in un mondo sempre più articolato sono tante le professioni nuove ed è bene che ci sia apertura e curiosità, ma è anche importante fare chiarezza sia rispetto a ciò che è fiction (spesso pure di realtà non italiane) sia rispetto alla cronaca.
La criminologia come disciplina, semplificando moltissimo, non è una scienza unitaria ma un insieme di conoscenze acquisite in vari ambiti e che si applicano allo studio del reato e di chi lo compie in un’ottica di comprensione ai fini del giudizio e di prevenzione nella definizione di politiche sociali, pene e leggi.
Già dalla definizione si capisce quanto il cammino verso l’acquisizione di competenza in ambito criminologico sia un processo molto articolato e può includere vari percorsi anche molto diversi tra loro.
Iniziamo da due fatti importanti:
– ad oggi non esiste un albo professionale che norma e tutela la professione del “criminologo” e in realtà si può anche dire che non esiste proprio come professione ma esistono professionisti che hanno specializzazioni in tale ambito.
– In Italia, a differenza di altri paesi in particolare anglosassoni, è solo con le modifiche apportate al Codice Penale con la Legge 397/2000 che siamo arrivati a dare maggior potere d’indagine ai difensori con la possibilità di avvalersi di investigatori privati autorizzati e/o consulenti tecnici.
Da queste considerazioni si capisce come sia importante in primis acquisire una professionalità e poi le specializzazioni del caso (psicologo con specializzazione in criminologia, sociologo con specializzazione in criminologia, psichiatra con…).
Insomma non si diventa esperti criminologi in un giorno e neanche con solo una laurea triennale, seppur esistono percorsi più propedeutici di altri.
Questo articolo parlerà solo dei percorsi universitari, perché dedicato principalmente ad un orientamento vocazionale post diploma, ma ovviamente una disciplina così articolata prevede approfondimenti post universitari (master, dottorati, corsi di alta specializzazione) in tantissimi ambiti diversi.
In Italia i percorsi più diffusi sono:
- Laurea magistrale in “Scienze criminologiche per l’investigazione e la sicurezza “ dell’Università di Bologna con sede a Forlì (LM 88 – Sociologia e Ricerca Sociale).
Si accede con:
– Laurea o altro titolo di studio conseguito all’estero, riconosciuto idoneo, in uno dei seguenti ambiti disciplinari: antropologico, comunicativo, culturale, economico, giuridico, politologico, psicologico, sociologico, socio-sanitario, storico.
– Conoscenza altra lingua UE almeno a livello B1
– Adeguata preparazione personale
L’ammissione al corso di laurea magistrale è subordinata al superamento di una verifica dell’adeguatezza della personale preparazione che si svolgerà secondo le modalità e le procedure indicate nel bando di ammissione, sulla base di un criterio o di una combinazione di essi (quali ad esempio, la valutazione dei titoli, del curriculum studiorum, delle motivazioni, di un colloquio orale, di una prova scritta, di un voto minimo di laurea) che verranno determinati annualmente dal Consiglio di Corso di studi e resi noti tramite il Portale d’Ateneo.
Sbocchi Occupazionali:
Enti pubblici, a livello locale e nazionale, che operino nei settori della prevenzione del crimine e dell’investigazione, Centri di ricerca nell’area delle discipline criminologiche, delle politiche per la sicurezza, della gestione del disagio e della marginalità sociale. Funzionario/Consulente nell’area della sicurezza e della investigazione, Esperto nell’analisi dei processi di vittimizzazione.
(Fonte Università di Bologna)
- Laurea Magistrale in “Ricerca Sociale, Politiche della Sicurezza e Criminalità” dell’Università di Chieti e Pescara (LM 88 – Sociologia e Ricerca Sociale).
Si accede con:
– laurea triennale riconducibile all’area 11 (Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche), all’area 12 (Scienze giuridiche), all’area 13 (Scienze economiche e statistiche) e all’area 14 (Scienze politiche e sociali), italiana o straniera, comunque denominata o riconosciuta equivalente /equipollente dal Consiglio di Corso di Studi), che abbiano conseguito almeno 24 cfu complessivi nei settori scientifico-disciplinari seguenti:
SPS/07 – Sociologia generale;
SPS/08 – Sociologia dei processi culturali e comunicativi;
SPS/09 – Sociologia dei processi economici e del lavoro;
SPS/10 – Sociologia dell’ambiente e del territorio;
SPS/11 – Sociologia dei fenomeni politici;
SPS/12 – Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale
ovvero nei settori scientifico-disciplinari affini come da DM 4/10/2000, all. D, o pertinenti, secondo la valutazione della Commissione riconoscimento crediti, anche in base alle risultanze di un eventuale colloquio di tipo scientifico valutativo.
Sbocchi occupazionali:
Sociologi specialisti nella progettazione e negli interventi volti all’implementazione della sicurezza e alla prevenzione del crimine.
→ L’Univeristà di Chieti offre anche una laurea triennale a carattere sociologico ma con un taglio propedeutico alla magistrale dello stesso ateneo “Sociologia e Criminologia”
(Fonte Università degli studi di Chieti e Pescara)
- Laurea Magistrale in “Politiche pubbliche, politiche per la Sicurezza (PoliSi)” dell’Università del Sacro Cuore di Milano (LM 63 – Scienze delle pubbliche amministrazioni) brochure
Si accede con:
Per vedere in dettaglio i criteri di ammissione Leggi l’avviso per l’anno 2017/2018
Sbocchi occupazionali:
PoliSi è attualmente l’unico percorso formativo a indirizzo criminologico in Italia che consente di partecipare ai concorsi per Commissario di Polizia.
Inoltre, consente di partecipare alle selezioni pubbliche per posizioni dirigenziali all’interno della Pubblica Amministrazione, come ad esempio nei settori della sicurezza urbana, della polizia locale e della protezione civile.
→ PoliSi è coordinato nelle sue attività didattiche da Transcrime centro di ricerca interuniversitario sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica di Milano, Alma Mater Studiorum Università di Bologna e dell’Università degli Studi di Perugia, che è altresì struttura di supporto scientifico al Dottorato Internazionale in Criminologia.
(Fonte Università Cattolica del Sacro Cuore)
- Laurea Magistrale in “Psicologia Criminologica e Forense” dell’Università di Torino (LM 51 – Psicologia)
Come si accede:
1) Essere in possesso di una Laurea in Psicologia:
laurea triennale in Psicologia (Tutte le Lauree triennali della Classe di Laurea Scienze e Tecniche Psicologiche Classe 34 ex lege 509, e classe L-24 ex lege 270) conseguita presso qualsiasi Ateneo italiano o estero (in caso di titolo conseguito all’estero rivolgersi all’ Ufficio Studenti Internazionali dell’Ateneo);
laurea quinquennale in Psicologia conseguita presso qualsiasi Ateneo italiano o estero (in caso di titolo conseguito all’estero rivolgersi all’ Ufficio Studenti Stranieri dell’Ateneo).
2) Per chi è in possesso di una Laurea triennale o quinquennale NON in Psicologia è possibile iscriversi al test solo se sono stati preventivamente acquisiti almeno 80 crediti in discipline psicologiche, di cui almeno 4 crediti per ciascuno dei seguenti settori scientifico disciplinari: M-PSI/01, M-PSI/02, M-PSI/03, M-PSI/04, M-PSI/05, M-PSI/06,M-PSI/07, M-PSI/08. I crediti devono essere acquisiti nei settori indicati: non sono previste equipollenze, affinità e quant’altro. I candidati devono indicare il possesso di almeno 80 CFU durante la fase di ammissione al test: occorre compilare un questionario presente al termine nella procedura online.
Sbocchi occupazionali:
Professione psicologica nei contesti psicoforensi penali e civili:
– cliniche e psicodiagnostiche forensi, criminologiche, vittimologiche, peritali e consulenziali, di prevenzione e trattamento dell’antisocialità, di valutazione del rischio di ricaduta criminale, di violenza e di pericolosità sociale; di valutazione neuropsicologica e riabilitativa, di valutazione delle capacità di agire e del danno alla persona;
– nella tutela dei diritti e dei bisogni dell’infanzia, consulenziali e peritali nei casi di separazione, divorzio e affidamento dei figli, nei casi di allontanamento dei minori dalla famiglia, nei casi di adozione nazionale e internazionale, di sostegno alle vittime dell’abuso e del maltrattamento, e di prevenzione e/o riduzione dei processi di vittimizzazione.
(Fonte Università degli Studi di Torino)