La mostra è il risultato di un percorso iniziato nel 2007 da Lorenzo Nasi nelle vallate della Provincia di Arezzo. Ritratti di chi, a 70 anni di distanza, ricorda la propria “meglio gioventù” vissuta combattendo nelle montagne contro il nazi-fascismo.
Mostra aperta a InformaGiovani Arezzo fino al 30 giugno
“Sguardi – commenta Nasi – che tentano di parlarci, che ci interrogano. Non importa se sono occhi stanchi, disillusi o sfuggenti o se al contrario fieri, risoluti e a volte di sfida. Dietro ciascuno di loro c’è una storia da immaginare e da scoprire, c’è un’esistenza da interrogare, c’è una vita a cui attingere”.
Ciascuna foto è accompagnata da due ulteriori elementi: un nome e un’età. Due elementi che vogliono sottolineare altrettante condizioni particolari di quelle esperienze: il nome infatti non è un nome comune, è un nome particolare, è un nome di battaglia. Un nome che sottintende una radicale scelta quotidiana: la clandestinità, con tutti i sacrifici, i disagi, i rischi e le sofferenze che questa comportava. L’altro elemento è l’estrema giovinezza.
“Una giovane età – sottolinea Nasi – che entra necessariamente in contrasto con quei volti scavati dagli anni, con quelle rughe che solcano visi stanchi ma ancora desiderosi di raccontare, volendo così accompagnare chi osserva a riflettere sul senso e il valore più profondo di quell’esperienza”.
Ulteriore caratteristica di questo progetto, questa volta di metodo, è la scelta analogica dello strumento: pochi istanti decisivi, immaginati nella testa, proiettati nell’occhio e pensati con il cuore. Scatti nei quali quello che oggi definiscono “rumore” si trasforma in emozione manifestandosi in tutta la sua potenza espressiva ed evocativa con quella granulosità dell’immagine dovuta all’assenza di fonti luminose, se non quelle naturali, e all’elevata sensibilità della pellicola. Del resto, non poteva che essere così. Di fronte alla semplicità di quegli incontri e di quelle vite, solo la semplicità dei mezzi poteva conferire rispetto e dignità a tutti gli elementi della scena.
La mostra, che ha ottenuto il riconoscimento della Medaglia di Bronzo del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, viene dedicata dall’autore ai partigiani Sandokan e l’Irlandese.
Lorenzo Nasi nato ad Arezzo il 12 dicembre 1974 è ricercatore in Sociologia all’Università degli studi di Siena. Appassionato di fotografia ha realizzato due precedenti mostre personali: Tunibamba: uomini e donne delle comunità indios dell’Ecuador (2000) e Da Altriquando a Ognidove (2005).