Un’interessante storia da Cliclavoro
Due ragazzi appena diciottenni hanno un’idea. E decidono di portarla avanti con coraggio. Corre l’anno scolastico 2017-2018 e due giovani, Filippo ed Emiliano, sono al quarto anno di superiori presso l’Istituto “Morante – Ginori Conti” di Firenze. Con la classe partecipano al programma di educazione all’etica e all’imprenditorialità EYE dell’Associazione Toscana Ricerca e Studio ARTES, incontrano imprenditori ed esperti che illustrano come fare impresa rispettando l’etica del lavoro. Ed è proprio qui che nasce Fakebusters.

“L’idea di Fakebusters è nata proprio dal progetto EYEE che ci chiedeva di strutturare un’idea d’ impresa nuova o ristrutturarne e migliorarne una già esistente: noi abbiamo pensato di crearne una nuova su un tema molto attuale come le fake news; soprattutto abbiamo pensato a come sconfiggerle”, spiega Emiliano Guidi, oggi ventenne e chief operating officer, direttore operativo, della startup. Emiliano, insieme a Filippo Maria Dolfi (Chief Executive  Marketing Officer, oggi diciannovenne), hanno così deciso di investire nel loro progetto di autoimprenditorialità. “Abbiamo deciso di portarlo avanti quando abbiamo visto che era una solida soluzione sia come azienda che come progetto – continua Emiliano -. In tanti infatti ancora prima di iniziare a sviluppare concretamente l’idea, ci chiesero di vedere un prodotto che noi ancora non avevamo. Da lì è nata la voglia di procedere con Fakebusters”. EYEE è un progetto finanziato dal programma Erasmus + che nasce per allargare e rafforzare a livello europeo l’esperienza locale di EYE – Ethics and Young Entrepreneurs, programma di promozione dell’imprenditorialità giovanile etica attivo dal 2012 a Prato e a Firenze.

Ai due ragazzi si è poi aggiunto un terzo componente, Edoardo Bassett, 21 anni, che ha assunto il ruolo di CTO Lead Developer. Ma in cosa consiste nello specifico l’attività di Fakebusters? “Abbiamo creato un sito (messo online il 30 aprile scorso, ndr) contro le fakenews dove le persone possono verificare – tramite l’ inserimento di un link – l’attendibilità delle notizie trovate su altre pagine, oppure leggere su Fakebusters.app le news che noi abbiamo già selezionato e filtrato”, spiega Edoardo. “Il sito funziona grazie all’unione dell’Intelligenza Artificiale con un algoritmo e una banca dati con cui collabora – continua Edoardo -. In questo modo riusciamo a dare ai nostri utenti una percentuale di qualità e affidabilità delle notizie selezionate; in più abbiamo realizzato una versione premium che non si limita ad analizzare la notizia ma rimanda l’ utente ad un’altra notizia che tratta lo stesso argomento in modo migliore”.

Il grande salto è avvenuto alla fine del ciclo di incontri sull’impresa etica. Hanno presentato il progetto a una giuria di professionisti in Confindustria Firenze. La loro idea è stata giudicata la migliore dell’anno. “La presentazione a Confindustria era una possibilità offerta non a tutti ma solo ad alcune persone finaliste del progetto EYEE delle rispettive scuole – spiega Filippo -. Consisteva nella presentazione del proprio progetto. Nel giorno della finale abbiamo esposto la nostra idea tramite un elevator pitch e abbiamo vinto il primo premio con Fakebusters. Un primo premio in tutti i sensi”, commenta tra orgoglio e incredulità.

Sono stati quindi affiancati dai mentor di EYE, entrando poi nel percorso di incubazione di Murate Idea Park e nel programma di accelerazione Hubble di Nana Bianca. “Il percorso di incubazione al Murate Idea Park consisteva nell’aiuto alla costruzione di un piano di avvio della propria azienda e come consolidarne i punti di base mentre il programma di accelerazione di  Hubble ci ha permesso di confrontarci con percorsi specifici e corsi molto mirati fatti da professionisti del settore; abbiamo avuto il piacere inoltre di condividere gli uffici dove lavoravamo con altri startupper avviando nuove amicizie scambi di idee e di esperienze”, spiega Emiliano.

Ma l’elemento che certamente rende merito a questi ragazzi è certamente la volontà di tornare alla loro scuola – in veste di startupper – dopo essersi diplomati per avviare – con il loro progetto – percorsi di alternanza scuola-lavoro.
Una startup nata dagli studenti che viene sviluppata con la collaborazione di altri studenti, hanno precisato dalla scuola. Trentasei studenti in scuola-lavoro stanno testando l’intelligenza artificiale del sito e il suo machine learning, facendo crescere l’affidabilità del database di raccolta delle fake news.

“Abbiamo voluto intraprendere questo percorso per far sì che il progetto di Fakebusters che era nato tra i banchi di scuola continuasse il suo percorso sempre per mano di ragazzi – spiega Filippo -. Inoltre per riavvicinare i ragazzi al mondo dell’informazione ma con un nuovo punto di vista, quello di Fakebusters”. Molti hanno volontariamente svolto ore in più rispetto a quelle preventivate per il progetto di scuola-lavoro, perché si sono appassionati a questo nuovo modo di vedere e analizzare le notizie.

La collaborazione con i ragazzi è stata portata avanti fino ai primi di marzo in presenza. Da quando la scuola è stata chiusa per il lockdown, l’esperienza è proseguita online e sta portando buoni risultati. “Inizialmente il progetto si svolgeva tra le mura di scuola – racconta Filippo – poi dopo il lockdown abbiamo continuato tutti, sia noi del team che i ragazzi, a collaborare in smartworking, mantenendo il solito orario, le solite modalità e lo stesso ritmo, ma ognuno dalla propria abitazione e rispettando le norme vigenti”. Edoardo conferma: “L’organizzazione durante il lockdown non è diversa dalla nostra normale routine. Essendo uno studente in Inghilterra, abbiamo dovuto consultarci giornalmente tramite messaggi e chiamate durante tutto lo sviluppo del progetto. E questa attività non è cambiata di una virgola dopo l’inizio del lockdown”.

Ma come ogni progetto che parte da zero anche questi ragazzi si sono dovuti scontrare con qualche difficoltà. “Le maggiori difficoltà sono state quelle di dover affrontare un mondo tutto nuovo per noi; non eravamo neanche usciti dalla scuola quando abbiamo cominciato il progetto e non è stato facile ambientarsi nel mondo “dei grandi”. Tuttavia essendo un buon team ci siamo sempre spalleggiati e sostenuti a vicenda riuscendo a superare molti ostacoli e difficoltà”, racconta Emiliano.

Quindi quali consigli si sentono di dare questi ragazzi ai loro coetanei che hanno in embrione qualche buona idea imprenditoriale? “Il consiglio principale è quello di non aver paura di sbagliare, gli errori e gli incidenti di percorso capitano, bisogna accettarli, imparare da loro e ripartire. Gli errori non sono una battuta d’ arresto ma un nuovo punto di partenza”, conclude Filippo.