Il progetto “Testimoni di pace” dell’ANVCG fa tappa all’Itis “Galileo Galilei” e al Liceo “Petrarca”
Da martedì 14 marzo, testimonianze e video proporranno un’educazione alla cultura della pace
AREZZO – A lezione di memoria, pace e solidarietà tra i banchi di scuola. Il progetto “Testimoni di pace” promosso dalla sezione di Arezzo dell’ANVCG – Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra si appresta a entrare nelle scuole superiori cittadine con laboratori didattici orientati a promuovere un’educazione ai principi di democrazia, libertà e giustizia sociale sanciti dalla Costituzione. I prossimi appuntamenti sono previsti martedì 14 marzo all’Itis “Galileo Galilei” e lunedì 27 marzo al Liceo “Petrarca”, oltre a venerdì 17 marzo all’Istituto Comprensivo di Poppi, quando verrà proposto un percorso scandito tra la visione di video e l’ascolto di testimonianze di ieri e di oggi per consapevolizzare le giovani generazioni sull’importanza di diventare protagonisti attivi dei processi di costruzione della cultura della pace.
«A un anno dall’inizio del conflitto in Ucraina e con trentun guerre attualmente in corso nel mondo – spiega Ulisse Domini, presidente dell’ANVCG, – le tematiche approfondite nel corso di “Testimoni di pace” sono di stretta attualità».
Realizzata grazie al contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’attuale edizione di “Testimoni di pace” sta coinvolgendo sul territorio aretino circa cinquecento alunni: il progetto ha preso il via nel mese di gennaio con laboratori nelle scuole elementari e medie, mentre il prossimo step sarà caratterizzato dall’incontro con gli studenti delle scuole superiori. Ogni appuntamento troverà il proprio cuore in un parallelismo tra le esperienze di chi oggi fugge dai drammi della guerra e di chi ieri ha subito gravi conseguenze e sofferenze durante la Seconda Guerra Mondiale, fornendo agli studenti una conoscenza intellettuale ed emotiva del fenomeno bellico per stimolarne la comprensione e l’empatia. Una particolare attenzione sarà rivolta al tema degli ordigni inesplosi che, anche in tempo di pace, rappresentano un grave pericolo per i civili in caso di ritrovamento, contatto e successivo scoppio: solo nelle colline aretine di San Polo e San Severo, in quest’ottica, sono stati trovati nel corso degli anni oltre mille proiettili a rischio di esplosione. «La memoria dei fatti del passato e la solidarietà verso le sofferenze attuali – aggiunge Domin. – sono importanti per costruire un futuro migliore e, in quest’ottica, la più alta finalità di “Testimoni di pace” è di promuovere percorsi educativi volti a stimolare gli studenti a diventare “agenti attivi dei processi di cambiamento” e “promotori di una cultura della pace”».