Da marzo a luglio i ciack della serie aretina “Rumors”. Ideata, realizzata e girata da giovani con protagonisti i giovani. Il ruolo del Comune di Arezzo e i numeri oltre le aspettative. Parlano l’assessore Federico Scapecchi e i co-registi Caperdoni e Bizzarri |
“Oltre Camera ma direi anche… oltre le aspettative. I numeri raggiunti dal progetto presentato a ottobre e finanziato dal bando Anci ‘Fermenti in Comune’ sono davvero importanti, dimostrano come l’amministrazione comunale abbia agito nella giusta direzione, diventano una risorsa preziosa per conoscere meglio l’universo giovanile sempre più protagonista”.
Commenta soddisfatto l’assessore Federico Scapecchi il primo risultato raggiunto da “Rumors”, la serie tv ideata dall’associazione Farrago e che rappresenta la punta di diamante del progetto citato. Il numero delle adesioni è stato di circa 600 tra ragazze e ragazzi dai 15 ai 35 anni residenti ad Arezzo e non solo. Alcuni saranno parte integrante della troupe cinematografica che si occuperà della realizzazione della serie, altri saranno attori e attrici. Il cast ufficiale verrà rivelato poco prima dell’inizio delle riprese previsto a marzo 2022. La serie, diretta da Luca Bizzarri e Tommaso Caperdoni, sarà interamente ambientata ad Arezzo e vuole essere un teen-drama, con elementi thriller. Il progetto, oltre allo sviluppo dell’aspetto creativo e artistico per coloro che ne prenderanno parte, ha anche un valore sociale: il cinema indipendente può unire persone, creare legami e professionisti pronti al mondo del lavoro. I 600 si apprestano a seguire i corsi per imparare i segreti della produzione cinematografica tenuti dall’associazione Farrago, che opera da anni senza fini di lucro occupandosi di produzioni audiovisive.
“E allora: motore, azione! – prosegue Federico Scapecchi – da marzo a luglio del prossimo anno Arezzo sarà addobbata a set cinematografico. Rileggendo quanto dichiarato nella conferenza stampa di presentazione del progetto, mi scappa un sorriso: parlavamo infatti, come obiettivo plausibile, di 150 attori. Ricordo che il Comune di Arezzo co-finanzia ‘Rumors’ e mette a disposizione, in comodato d’uso gratuito, un immobile per la troupe. Servirà da quartier generale e set per le riprese. A conclusione dei ciack potremo vantare un prodotto che, grazie alla sua diffusione, diventerà innanzitutto veicolo di promozione. Ci troviamo di fronte a un esempio virtuoso di sinergia cittadina in cui il Comune si è posto nella condizione di capofila di svariati partner, privati e istituzionali. Li cito tutti e li ringrazio per il loro contributo: associazione Farrago, associazione I Care, associazione Arezzo che spacca, associazione Circolo Eureko, Oxfam, Federazione degli studenti, Ufficio scolastico provinciale, Fondazione Arezzo InTour”.
Tommaso Caperdoni, co-regista della serie: “con ‘Rumors’ proponiamo un modello di cinema fuori dall’industria, che parte dal basso e affonda le sue radici nel territorio. È l’unico modo per raccontare storie nuove, quelle di chi in Italia è una minoranza: noi giovani. Arezzo è una città dalla quale si scappa o nella quale si viene per invecchiare. E non è un pensiero soggettivo, lo rivelano le statistiche. Il fatto che abbiamo raccolto dei numeri che potrebbero benissimo comporre un istituto scolastico, ricordiamo che solo il 4% delle imprese italiane ha più di 600 addetti, dice molto sulla forza e la speranza dei giovani aretini, gli unici che possono invertire la rotta. Siamo emozionati e onorati. Porteremo a termine questa impresa tutti insieme”.
“L’idea – prosegue l’altro co-regista Luca Bizzarri – è quella di dare un nuovo volto ad Arezzo. La città ha un potenziale enorme, spesso inesplorato. Da quando è nata la Farrago ci siamo resi conto che basta trasmettere entusiasmo per sprigionare la potenza creativa di centinaia di studentesse e studenti. Con ‘Rumors’ non vogliamo solo far partecipare chi ha aderito una tantum: ci sono le carte in regola per creare un ambiente professionale e, soprattutto, professionalizzante, che aiuti le ragazze e i ragazzi a uscire dall’inconsapevolezza e dalla paura del futuro. Dobbiamo solo far sì che questo potenziale, che è il potenziale della città, possa venire espresso a pieno, coinvolgendo e trasmettendo entusiasmo. Arezzo deve diventare un luogo accogliente e ricco di cultura, dove si resta perché è possibile esprimersi e decidere chi diventare”.