Caritas e amministrazione comunale ancora una volta insieme a sostegno della famiglie aretine. È quanto avviene grazie al progetto SIF, Sistema Inclusione Famiglie, un insieme di attività che gli operatori dell’associazione Sichem, braccio operativo della Caritas diocesana, svolgono a favore di chi ha delle criticità.
Il Comune fa la sua parte, innanzitutto garantendo la collaborazione continua del Servizio Sociale, in secondo luogo con un contributo che va a integrare quanto messo a disposizione del progetto dalla Caritas stessa.
Passaggio “obbligato” del percorso è il Centro di ascolto diocesano presso la sede della Caritas in via Fonte Veneziana, aperto dal lunedì al venerdì. Qui le famiglie possono rivolgersi per essere eventualmente censite come “in situazioni di disagio”, sulla base dei dati e dei documenti forniti, per poi beneficiare di uno o più servizi del SIF. Nel 2016 sono state 468, nel 2017 sono state 365 e anche in quest’anno saranno tra le 300 e le 400.
“Per consentire alla Caritas e al suo sportello – ha dichiarato l’assessore alle politiche sociali Lucia Tanti – di svolgere adeguatamente questo servizio di attenzione verso le fasce sociali più deboli, il Comune di Arezzo impegna 40.000 euro annuali, come contributo specifico al SIF. Si tratta di una cifra che copre praticamente la metà della spesa che Caritas sostiene. Lo riteniamo un impegno importante e necessario, per consolidare il progetto di Arezzo città coesa e solidale che come amministrazione abbiamo da sempre perseguito”.
Gli 80.000 euro complessivi che costituiscono il fondo del SIF sono utilizzati per l’acquisto di latte in polvere, pannolini, omogeneizzati e prodotti alimentari e per finanziare buoni spesa, il tutto da distribuire ai beneficiari.
Ha quindi aggiunto Andrea Dalla Verde di Caritas: “anche quest’anno il numero di richieste è significativo. E questo è indice dell’importanza di questo progetto che costituisce un bel segno di collaborazione tra pubblico e una realtà privata come la nostra”.
“Nello statuto di Caritas si afferma che ciò che deve essere dato per diritto, non deve essere dato per elemosina – ha commentato il direttore della Caritas diocesana don Giuliano Francioli. Ecco perché è fondamentale l’aspetto dell’ascolto. La collaborazione tra Comune e Caritas è determinante per allargare la rete e far conoscere sempre più questo sostegno”.