Sono decisamente marcati i danni che la diffusione del Coronavirus, con le conseguenti chiusure che hanno riguardato interi comparti aziendali, ha prodotto sull’occupazione. A dimostrare questo dato è arrivata una ricerca Eurostat, che racconta come gli under 25 siano tra i più penalizzati nel mondo del lavoro da questa pandemia. Si tratta di dati che non riguardano solo il nostro Paese. L’unico paese dove si è registrato un aumento dell’occupazione giovanile è la Germania, con un +0,7%. Forti cali, oltre i 4 punti percentuali, in Slovenia, Irlanda, Spagna, Finlandia, Portogallo, Estonia e persino in Svezia. Più contenuta la contrazione negativa registrata in Grecia, Croazia e Italia, che segnano “solo” un -1,3%. È tuttavia evidente che si tratta di segnali preoccupanti.
Anche per questa ragione, sono diversi i progetti e le iniziative rivolte ai giovani – molti dei quali sono peraltro penalizzati dall’ampio ricorso alla didattica a distanza – per arginare le difficoltà del presente e scommettere sul futuro, immaginando che la ripresa sia a portata di mano, una volta che gli effetti del Covid-19 saranno riportati sotto controllo. Si tratta di programmi che coinvolgono sia aziende private – spesso grandi colossi multinazionali – che istituzioni pubbliche, tanto su larga scala che in riferimento agli enti locali. L’obiettivo è quello di favorire inserimenti diretti in azienda, magari ricorrendo a percorsi che prevedano stage e tirocini, attività di formazione e di orientamento al lavoro e coinvolgimento di aziende. Uno dei progetti più ricchi e interessanti è stato organizzato dal colosso svizzero Nestlè, considerata la multinazionale alimentare più grande tra quelle attive nel settore alimentare. Nestlé Needs YOUth, questo il nome dell’iniziativa – sviluppata all’interno di Alliance4YOUth – è nata proprio per dare nuove opportunità lavorative agli under 30, in un momento così delicato come quello che stiamo attraversando. Già attenta da anni al mercato dei giovani professionisti, Nestlè ha come ambizioso obiettivo quello di offrire in Italia 1450 posti di lavoro e 1400 nuovi stage entro il 2025. Nel complesso, considerando anche gli interessi del gruppo in Medio Oriente, Nord Africa oltre al resto dell’Europa, si tratta di 40mila nuove opportunità. Faro del progetto: formazione e orientamento. Più in generale, l’obiettivo di Alliance for YOUth è sostenere 10 milioni di giovani in tutto il mondo entro il 2030, per aiutarli a prepararsi alla vita lavorativa e a migliorare le loro prospettive di lavoro. Tra i nomi degli alliance partner del programma figurano brand internazionali come Adecco, AXA, Cargill, Engie, Nielsen, Publicis Group e Solvay.
Sul fronte istituzionale, dall’Europa è in arrivo un nuovo slancio per i progetti legati all’universo Erasmus, comprensibilmente minato dalla pandemia e dalle limitazioni nei movimenti. Si tratta di un programma dai numeri imponenti: basta pensare che dal 2014 ad oggi sono stati 4.182 i progetti presentati in Italia per l’ambito istruzione e formazione professionale, in particolare 2.636 di mobilità individuale ai fini di apprendimento (di cui 732 finanziati) e 1.546 di partenariati strategici (di cui 230 finanziati). Significativo è stato l’investimento della Commissione europea e degli Stati membri dell’UE che hanno messo a disposizione dell’Italia, nel periodo 2014-2020, una dotazione finanziaria Erasmus+ di circa 300 milioni di euro per l’ambito istruzione e formazione professionale. Nonostante i timori legati al diffondersi del Covid-19, né la Commissione Ue né i singoli Paesi intendono rinunciare a Erasmus+, con un ruolo attivo anche da parte del Ministero del Lavoro, attivo alle iniziative di presentazione curate dall’Agenzia Nazionale Erasmus+ Inapp, con una serie di incontri che vedono tra i protagonisti anche il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. Per il futuro prossimo, intanto, è prevista una modalità mista: formazione a distanza, con le caratteristiche ormai consuete, e un’esperienza diretta sul territorio rinviata di qualche mese tenendo conto dei lockdown di alcuni stati europei e dei timori legati al diffondersi della pandemia.
Attiva su questo versante anche la Fondazione Caritro, che ha deliberato un fondo di oltre 1,2 milioni di euro nel settore della ricerca e cultura. Al via i progetti del bando ricerca e sviluppo e del bando post-doc oltre a quelli individuati nel quarto bando per progetti di volontariato culturale. Attraverso il “Bando Post Doc” per il quale Fondazione Caritro ha stanziato 550.000 euro a sostegno di 14 progetti, su un totale di 34 progetti presentati, si è voluto intervenire nel settore della ricerca scientifica in quanto riveste un ruolo cruciale per la produzione di nuove conoscenze e per metterle a disposizione della società, favorendo lo sviluppo sociale, economico e tecnologico del territorio. Lo scopo è di offrire a giovani ricercatori under 40 in possesso di un dottorato di ricerca, la possibilità di proseguire con la ricerca prevedendo risultati e ricadute per la comunità e la collaborazione con altre realtà di ricerca. Sul fronte impresa, da segnalare infine il Progetto Tris, Turismo rurale identitario e sostenibile. L’intenzione è di sostenere le giovani imprese (2-5 anni) della filiera turistica toscana, accompagnarle nel loro percorso di miglioramento energetico e certificarne la sostenibilità ambientale, sociale e culturale delle attività. Il bando, che scade il 2 dicembre alle 13, permette alle aziende selezionate di ricevere la certificazione con il marchio di qualità definito nell’ambito del programma Europeo Interreg Transforntaliero Italia Marittimo 2014-2020 e l’erogazione dei servizi che favoriranno il miglioramento dell’azione commerciale delle imprese stesse. Un mosaico di iniziative per contribuire al rilancio dell’economia.
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