Da pochi giorni sono stati consegnati al Museo Archeologico Nazionale di Arezzo alcuni frammenti del ciclo pittorico che decorava un’ala del chiostro dell’antico Monastero di Santa Maria di Monte Oliveto, che oggi è l’ingresso del Museo.
Gli affreschi, secondo la testimonianza fondamentale di Giorgio Vasari, furono iniziati dal fiorentino Lorenzo di Bicci e terminati da Marco da Montepulciano, che firmò l’opera datandola al 24 aprile 1448.
Il ciclo, raffigurante le Storie di San Benedetto, già seriamente danneggiato, fu quasi completamente distrutto dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale: dalla parete semi crollata del lato meridionale del chiostro adiacente alla Chiesa di San Bernardo, nel 1943 furono strappati alcuni frammenti, in parte chiaramente riconducibili a scene della vita del Santo, come la Tentazione di Benedetto, anche grazie al confronto con testimonianze fotografiche precedenti alla guerra.
Restaurati immediatamente dopo il recupero, i frammenti furono brevemente esposti al Museo d’Arte Medievale e Moderna, per poi essere collocati nei depositi della Soprintendenza locale. Dopo essere stati rintracciati in seguito ad un approfondimento degli studi sulla straordinaria storia dell’edificio del Museo archeologico, monastero medievale edificato sui resti dell’anfiteatro romano di Arezzo, gli affreschi sono stati consegnati dalla Soprintendenza alla Direzione regionale musei della Toscana con l’obiettivo di ricollocarli nel luogo di origine e di raccontarli al grande pubblico.
Al momento i cinque affreschi e una lunetta che decorava il sopraporta dell’ingresso al Monastero si trovano nel loggiato di accesso al Museo e sono oggetto di un intervento di restauro a vista, mentre sono in corso studi specialistici da parte dello storico dell’arte Giampaolo Ermini, esperto di cicli pittorici olivetani.
→ Per tutti i curiosi e appassionati della storia cittadina sono in programma visite gratuite al cantiere curate da Maria Gatto, direttore del Museo, Paola Ilaria Mariotti, funzionario restauratore direttore dei lavori, e Valentina Ghiso, professionista esterna incaricata del restauro, il 6, 10 e 17 maggio alle ore 10, 11 e 12 con prenotazione obbligatoria al 0575 21421 o a museoarcheologicoarezzo@gruppomosaico.com.
I costi del trasporto assicurato delle opere e dell’intervento conservativo sono stati generosamente sostenuti dall’ Associazione 50&più di Arezzo, che riunisce gli over 50 del sistema Confcommercio e che per prima ha creduto nel progetto dandogli l’avvio, con il contributo dell’ Agenzia generale di Generali Italia Spa via Guido Monaco di Belli, Bucelli, Chiarini e Ponti.
L’intervento di ricollocazione e di racconto al pubblico delle opere si deve anche al sostegno della Fondazione Guido d’Arezzo e sono a tutt’oggi benvenuti nuovi mecenati per il completamento dei lavori.
Museo Archeologico Nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” e Anfiteatro romano
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